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- 12 marzo 2017
- Pubblicato da: CAF Aci Catena
- Categoria: News ed aggiornamenti

L’associazione C.A.F. , Cultura Arte & Folklore presenta: BARTULU, 3 atti di Saverio Fiducia, 25-26 Marzo 2017 ore 20:30, 27 Marzo 2017 ore 21:00 Teatro Matrice Aci Catena
con:
Personaggi ed Interpreti
Giacomo Di Bartolo – Turi Badalà
Luigi Marzà – Giuseppe Torrisi
Pippina – Maria Pia Russo
Carmela – Vera Grasso
Ciciru – Enrico Brancato
Gna Ciuzza – Carmela Intelisano
Turi – Angelo Tropea
Padre Pistorio – Mario De Franco
Don Carru – Francesco Feola
Don Mario “mangiaerva” – Salvatore Galluccio
Cantastorie
Sebastiano Patanè
Regia di Davide Pulvirenti
Fonica e Luci – Antonio Cutuli
Scenografie – Turi Badalà – Salvo Galluccio
Costumi – Maria Pia Russo
Direzione di Scena – Simona Musmeci – Lina Musumarra
Villa Bellini a Catania: viale degli uomini illustri, luogo suggestivo che raccoglie i busti dei personaggistorici catanesi. Possiamo ammirare Verga, Stesicoro, Capuana. Tutti uomini ancora oggi ricordati e ammirati.
Tra loro, quasi in sordina, si erge il busto di un uomo che la Sicilia sembra aver dimenticato: Giacomo Di Bartolo.
Di Bartolo nacque nell’aprile 1797, fu padre del liberalismo catanese, grande viaggiatore è considerato dai coevi un secondo Garibaldi. Nei suoi viaggi arrivò persino in Sud Africa e nelle Indie orientali. Si annovera tra i più grandi conoscitori siciliani dell’800. Aiutò Catania durante l’epidemia del colera, esempio di giustizia e buona politica al punto che Calcedonio di Reina, parlando dei funesti eventi guerriglieri del 1848 afferma: “tra la folla spiccava un uomo con il cappello a cilindro…incedeva risoluto e magnifico, dominando con la grossa voce e col gesto tutto un popolo che lo precedeva, seguiva e si stringeva attorno a lui, Bartulu”.
Tutto ciò esplode nel 1860, anno in cui gli viene affidata la cura dell’ordine pubblico e viene scritto che, senza armi e soldati, riuscì a placare la folla inferocita.
Saverio Fiducia, grande drammaturgo, non riuscì a fare a meno di raccontarci la sua storia, ma, non parlando del grande uomo illustre e pubblico, raccontandoci invece gli ultimi anni della sua vita, fino al 1870, anno in cui morì.
Un Bartulu stanco, anziano, che osserva il disgregarsi della città che ha tanto amato e che ora non gli è più riconoscente.
Un Bartulu che si sente ormai escluso da ciò che lui stesso ha creato, perché l’uomo fa presto a dimenticare chi gli fa del bene e lo relega nel cantuccio della sua casa.
Un Bartulu però pieno d’amore, di generosità, di passione e di coraggio che fa di tutto per salvare Pippina e la figlia dal galeotto marito che le rivuole in casa.
C’è ancora qualcuno che oggi vuole ascoltare la storia di Bartulu o ancora una volta si dirà: “Ccu è ca parra? Bartulu?”
Il regista Davide Pulvirenti